My world is going to crush.

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    clair de lune

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    Era strana quella stanza, sembrava distante, il soffitto pareva lontano chilometri e le tende color rosso / bordeaux erano infinite, lunghe e frastagliate, senza fine. E senza fine era la sete del ragazzo - o per meglio dire " creatura " - che, appollaiato com'era sul grande letto a baldacchino dello stesso colore dell'ambiente circostante, assomigliava molto a un felino pronto all'attacco. E così era, Neeve, famosissimo vampiro di corte, conosciuto da tutti come il vampiro che succhiava molto altro oltre al sangue, era intento a gustarsi la sua formosa cena, una ragazza in carne rapita nella via di ritorno dal mercato che non aveva neppure provato a gridare per potersi salvare, Neeve se l'era chiesto parecchie volte, mentre tornava nel suo grande palazzo scuro come i suoi capelli con la donna in spalla quasi fosse un sacco di cibo, perchè non aveva provato a gridare ? Cos'aveva che non andava ?
    Ma ovviamente aveva lasciato perdere tutte quelle domande nel momento in cui aveva fatto ingresso nella sua enorme stanza da letto, la sala dove banchettare, la chiamava. E poi l'aveva assaggiata, mordendola al collo e forando la pelle chiara esattamente nella distanza fra l'orecchio e la mandibola. La ragazza aveva aperto gli occhi, si era guardata in giro con aria spaesata e, quando aveva incrociato lo sguardo con quello del suo presto-assassino, i suoi occhi si erano spenti. Spenti non perchè fosse morta, ancora non lo poteva essere perchè la quantità di sangue che Neeve aveva bevuto era pressoché uguale a neppure un piccolo taglietto al braccio; erano spenti perchè aveva capito quello che le aspettava e Neeve ci lesse anche dell'altro, una specie di ringraziamento o di sollievo . . . forse la vita che quella donna aveva vissuto non era delle migliori. Un po' gli dispiacque ucciderla ma la fame avrebbe potuto far commettere azioni crudeli anche a un cerbiatto e, comparandolo con il figlio ereditiere della più grande e ricca famiglia della stirpe di vampiri, un cerbiatto affamato non era niente se non un filo d'erba.

    Scese dal letto con la sua solita eleganza e, specchiandosi davanti all'armadio lavorato a mano e intarso di gemme color miele, si pulì le labbra e il rivolo di sangue che stonava sulla sua pelle quasi violacea, leccando il tutto con la sua lingua esperta. Le cortigiane e i lords della sua bellissima Londra non avevano del tutto torto, Neeve era un amante del piacere, dell'adrenalina, lui era quasi ossessionato dai peccati, dal pericolo, dal male . . . era nato giusto, era stato iniziato da suo padre esattamente nel modo e nel periodo giusto, Victorian Age, il periodo dei mali e dei pettegolezzi continui, il periodo di crisi e di malattie, il suo periodo, insomma.
    Uscì dal grande portone e seguì con gli occhi le tre cameriere novelline del palazzo che lo guardarono con occhi luminosi, vispi, arrossendo sulle loro guance umane per essere state trovate a origliare o sbirciare nella sua stanza.
    - Ci scusi signore, n-noi . . . non volevamo mancare di rispetto. -
    La voce leggermente stridula della più bionda accese nel vampiro un'enorme sorriso dove mostrò i suoi splendidi canini bianco latte, la sua figura non era mai imperfetta, anche se ci si stava ore e ore a contemplarlo, niente e nessuno poteva trovargli un solo difetto, fisico s'intende.
    Si fece da parte senza rispondere e, passando vicino alla biondina, le accarezzò impercettibilmente il fianco, senza neppure che le altre due se ne accorgessero e, mentre si allontanava, sentì nettamente il loro sospirare rapite . . . presto o tardi anche loro sarebbero state suoi compagne di divertimento e poi, chissà, magari anche la cena.

    Raggiunse il piano terra, scendendo le scale rivestite da un lungo ed interminabile tappeto rosso con grazia, sembrava stesse sospeso in aria da quanto i suoi movimenti erano fluidi e leggeri. Si fermò esattamente quando mancava un gradino per toccare il pavimento e si girò a destra, guardando la porta dello studio del padre e, grazie alle sue orecchie molto più sviluppate rispetto ad un organo qualunque umano, sentì che presto si sarebbe aperta visto l'imminente avvicinamento di un qualche collega del padre. E fu così, la porta in legno pregiato si spalancò, mostrando l'aria afflitta del generale dell'esercito Alfa e Beta dei vampiri e un'aria decisamente più irritata del padre, il lord Francis II, l'uomo più rispettato nel mondo oscuro dei vampiri. Neeve, nonostante odiasse le formalità, abbassò il capo in segno di saluto e li raggirò, entrando nello studio del proprio padre e attendendolo appoggiato al davanzale della finestra, perso a guardare l'orizzonte del giardino che si stendeva attorno al loro palazzo; ogni tanto lo faceva, sfidava la propria vista e cercava di poter vedere sempre più lontano, magari riconoscere qualche varietà di pianta lontana chilometri, oppure intravedere un movimento da parte di qualche animale selvatico . . . era un passatempo degno della sua altezzosa persona.
    - Padre, ho sentito la tua inquietudine fin dal piano sopra. - lo avvisò, sentendolo avvicinarsi alle sue spalle, l'uomo sospirò appena e, con estrema regalità, raggiunse la sua scrivania, prendendo posto e iniziando a scribacchiare qualcosa che, dal suono che faceva la piuma sul foglio posto sopra al marmo, Neeve capì essere una lettera, inoltre riuscì a sentire anche a chi la stesse inviando e la cosa non andava per niente bene.
    - Cosa c'è che non va ? Perchè stai scrivendo una lettera ai Marmont ? - chiese lanciandogli un'occhiata veloce. L'uomo alzò finalmente i suoi occhi cerulei in quelli del più piccolo e cercò di infondere più aggressività possibile alle sue parole.
    - I lyca hanno un nuovo piano d'attacco e ieri hanno sterminato i nostri soldati a Bristol, il generale Hanns è corso qui per avvisarmi che non si fermeranno, presto raggiungeranno Londra e ci scoveranno tutti, non è servito a niente barricare le case di argento, loro sono inarrestabili e il figlio del loro capo, quel loro uomolupo prodigio, sembra essere un tipo veramente tosto . . . tu non sei niente a suo confronto. -

    Neeve storse le labbra e, indignato, gli girò le spalle, avvicinandosi all'uscio della porta per poter scappare da quell'interrogatorio, era sempre così, suo padre cercava in qualsiasi modo di sottolineare quanto lui fosse un figlio inutile e malcresciuto . . . allora perchè lo teneva ancora in vita ? Non seguiva mica la leggenda che circolava da tempo nella loro famiglia ? " Ucciso tuo figlio, morte t'attende. ", quelle parole erano state scritte un po' dovunque in quell'enorme casa dalle mille stanze e nessuno era mai vissuto abbastanza per capire che cosa potessero significare. Tornando al problema, Neeve sapeva chiaramente che non serviva, non era utile alla sua famiglia e non lo sarebbe mai stato . . . non sapeva combattere, non era bravo a trattare - anzi, finiva sempre tutto male -, non era un bravo interlocutore e soprattutto non conosceva la filosofia del " combattere a vita ", proprio non la capiva, le era estranea.

    Uscì dalla porta del retro e iniziò a correre, raggiungendo velocità che un umano poteva ben sognarsi, fermandosi nei pressi di un grande abete che dava su un altissimo precipizio. Poteva buttarsi, tanto non gli sarebbe successo niente, ma aveva paura di rovinare la sua bella faccia, o il suo petto scolpito o ancora i suoi fianchi degni d'invidia, i denti sensuali . . . ecco cos'era lui, un vampiro narcisista che viveva per il proprio piacere ma era inutile lottare contro sé stesso, lui non poteva essere altrimenti.

    Edited by joongzz - 17/2/2013, 22:51
     
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    visto che ne esistono varie versioni io mi sono ispirata a quella di twilight, il mio licantropo si trasforma quando vuole, se c'è la luna piena è come obbligato a trasformarsi e impazzisce. Quando si trasforma assume la forma di un gigantesco lupo .. : 3

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    Se ne stava seduto sopra i rami di un grosso albero, osservando attentamente il paesaggio circonstante, scrutandone ogni minimo particolare. Sapeva bene quello che stava cercando ed era convinto che non gli ci sarebbe voluto molto per trovarlo. Un enorme lupo gli si avvicinò furtivo, cercando inutilmente di sorprenderlo, Regan se ne accorse e prima che potesse ridurre la loro distanza ulteriormente senza nemmeno girarsi gli rivolse la sua attenzione.
    - è il tuo odore, Roy, per quanto tu sia silenzioso non riuscirai mai a nascondere quel tremendo fetore. Concluse la frase girandosi finalmente verso l'animale che lentamente cominciò a prendere sembianze umane. Quando non c'era la luna piena era facile passare da una forma all'altra, da licantropo a uomo.
    - L'odore? .. capisco, comunque arrivo adesso da Bristol, la situazione e fin troppo buona e l'umore dei soldati altissimo. La battaglia che si era svolta a Bristol era stata particolarmente impegnativa, non per lui, ma per i suoi uomini, quindi per premiargli gli aveva lasciato una settimana di tempo per riposarsi, riprendersi e divertirsi come meglio credevano in quella città che adesso era diventata il loro parco giochi, in modo anche da riuscire a perfezionare il nuovo piano.
    Lui assieme ad un gruppo di uomini fidati invece, all'insapute di tutti, si era spinto sino ai confini di Londra. Approfittando del fatto che tutti lo credessero a festeggiare con i suoi uomini sul terreno vittorioso, lui aveva iniziato a spiare i vampire nella loro "casa", ormai era risaputo quanto potere avessero su Londra, infatti era anche la città dove viveva il loro capo, se il piano che strava progettando li fosse andato a buon fine i lupi avrebbero potuto considerarsi i padroni del mondo.
    - Tuo padre deve essere fiero di te.. Affermò Roy, ma a Regan lo sapeva benissimo, non aveva certo bisogno di sentirselo ripetere, aveva dedicato la sua intera vita al volere di zanna di luna lucente, escludendo tutto il resto. Odiava suo padre ma renderlo fiero era l'unico obbiettivo che aveva, l'unico scopo della sua vita, della sua esistenza.

    Regan era il secondo figlio del capo anziano dei mannari del est, fin dalla più tenera età era stato cresciuto, addestrato ad' un solo scopo, sterminare i vampiri, nemici storici della sua razza, del suo popolo, ovvero i licantropi. I licantropi erano possenti uomini che erano in grado di assumere sembianze animali simili ai lupi, ma non divenivano dei semplici lupi, erano molto più grandi, molto più forti e sopratutto molto più aggressivi e violenti. Riuscivano a squartare un vampiro e a cibarsi delle loro carni in meno di cinque minuti, tempo che si riduceva in maniera impressionante quando la vittima era un umano o comunque un'altra creatura.
    Fin dalla nascita il su futuro era stato già deciso per lui, sarebbe diventato il capo dell'esercito, una guida intelligente, scaltra ma sopratutto forte e invincibile per i suoi soldati, e così fù. Fortunatamente fin dalla più piccola età dimostro spiccate capacità e un incredibile predisposizione all'arte del combattimento e della guerra, si l'arte, perchè era così che Regan la vedeva, finchè poteva stare al centro dell'azione per lui non c'era alcun problema. Non amava paticolarmente uccidere i vampiri, non aveva niente in particolare contro di loro, anzi li rispettava, ma amava affrontarli, combattere contro di loro per lui era uno dei piaceri più grandi che si potesse avere, qualcosa che superava di gran lunga l'orgasmo secondo lui.
    Negli ultimi tempi la sua crociata contro gli infidi pipistrelli era andata molto bene, quest'ultimi non riuscivano ad opporsi, non erano in grado di combatterli per quanto si fossero riempiti di argento i lupi erano molto più forti, e temevano Regan al punto da creare leggende "metropolitane" su di lui che non facevano altro che incrementare la sua forza e la paura dei suoi nemici.
    Era convinto che la debolezza dei vampiri, esseri che negli anni avevano invece dato grandi prove di forza, derivasse dal fatto che i loro capi ormai erano stanchi, troppo vecchi per portare avanti una guerra.

    Osservava attentamente la foresta che aveva davanti a gli occhi al di la della quale si trovava la residenza del capo dei vampiri, avrebbe tanto voluto andare là e affrontare tutti e tutto quello che si trovava davanti con la più totale brutalità, ma sapeva bene che da solo non ce l'avrebbe fatta, anche se il suo impulso animale era forte. Si gettò giù dal ramo dove sedeva atterrando su quattro zampe e cominciando a prendere le sue sembianze animali, gli iniziarono a spuntare peli lungo le braccia e sul volto, i canini gli si allungarono e i suoi occhi diventarono di un colore giallo ambrato, come quelli di un demone.
    - Resta qui io vado a fare un giro di ricognizione .. Disse stanco di stare li a guardare alberi, sentiva il bisogno di menare le mani ed era sicuro che addentrandosi verso la fine della foresta, vicino alla scogliera avrebbe sicuramente trovato qualcuno con il quale sfogare i suoi istinti.
    - Sai quanto sia pericoloso, aspettiamo gli altri e andiamo assieme! Rispose Roy preoccupato per le sentinelle nascoste ovunque nella folta foresta, nonostante fosse consapevole della mia forza si preoccupava sempre lo stesso. "che smidollato" Considerava Roy il pi debole dei suoi uomini, visto che era quello meno coraggioso e anche quello più anziano, era per questo che gli faceva fare semplicemente il messaggero.
    - Non ho bisogno di nessuno, solo sono molto più forte. Rispose lui completando la sua trasformazione ed iniziando a correre tra i grandi tronchi e i cespugli.

    Era noioso, stare dietro a tutte le sue respansabilità, per una volta tanto avrebbe voluto fare qualcosa di diverso, qualcosa di scandaloso che fosse fuori da ogni previsione che avessero potuto fare i saggi del suo popolo sulla sua vita. Per la prima volta nella sua vita, iniziava a sentirsi una marionetta e desiderava la libertà.
    Corse più forte che poteva spingendosi al limite della sua potenza. "Più forte! più forte!" Si ripeteva correndo sempre più incontro a quella scogliera.
     
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    clair de lune

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    Era stancante e inutile rimanere lì in piedi a guardare il nulla, nonostante solitamente gli piaceva oziare guardando un punto non ben preciso davanti a sé, magari a ciondoloni su un ramo o sdraiato in un'insenatura di qualche tronco, quella volta sentiva il bisogno fisico di non rimanere fermo, gli pizzicavano le gambe e i piedi, anche se non era possibile vista l'assenza di sangue nelle sue vene vampiresche. Si accovacciò a terra, tastando il terriccio umido con una mano per capire bene da che parte dovesse andare per raggiungere il posto che più amava, una radura isolata dal resto del mondo da cui passava un piccolo ruscello dalle acque limpide e luccicante, solamente a guardarlo trasmetteva freschezza. Portò l'indice e il pollice vicino al naso e annusò con attenzione i piccoli granuli di terra che gli erano rimasti fra le due dita e sorrise, arricciando un angolo delle labbra all'insù, mentre si rialzava agilmente e annusava l'aria con eleganza, non era un gesto voluto, era solito farlo quando doveva orientarsi meglio in qualche posto molto esteso. Iniziò a correre, o per meglio dire " muoversi sinuosamente " fra gli alberi, le radici, animali che nemmeno percepivano lo spostamento d'aria prodotto dal suo corpo e Neeve socchiuse gli occhi per qualche secondo, lasciando muovere le gambe senza neppure avere più controllo su di esse e si concentrò sull'udito e sulla percezione della vicinanza con qualche ostacolo, riuscendo a schivare qualsiasi cosa o animale gli si parasse davanti.

    Finalmente il lento scorrere dell'acqua chiara e limpida solo dal profumo rosato lo fecero rallentare e quasi si fermò, estasiato da quelle emozioni che solo la natura sapeva dargli. Lui era un amante delle belle cose, in generale preferiva vivere mille anni in quella radura che doversi sottomettere al volere di suo padre, nonostante gli fossero assicurati un posto dove dormire ed essere difeso e tante altre cose molto comode. Sospirò e si avvicinò al ruscello, seguendone il corso con gli occhi grigi, lasciando scorrere quest'ultimi fino a dove la sua vista extrasviluppata gli lasciava possibilità, velocemente si sfilò il gilet di qualche marca famosa e costosa e la lasciò cadere per terra con un sinuoso svolazzare, iniziò a sbottonarsi la camicia bianca e si liberò finalmente di qualsiasi impedimento, abbassando i pantaloni in seta nera e togliendosi le scarpe in vernice.
    Lasciò il tutto in quel piccolo buco che mostrava la terra e alzò lo sguardo verso il cielo azzurro, quel giorno Londra sprizzava quasi allegria, nonostante vi fossero parecchi problemi: la malaria prima di tutto, con decine di migliaia di morti ogni mese, la guerra umana con uno scoppiettare continuo di bombe e di teste e la guerra che interessava principalmente e soggettivamente Neeve, quella contro i loro nemici, i licantropi.
    Perchè bisognava combattere ? Che cosa si guadagnava in quel modo ? Non l'avrebbe mai capito e preferiva tenersi quelle domande per sé invece di far ridere qualche fanatico di battaglie porgendo quelle domande all'apparenza sciocche.

    Si avvicinò al ruscello e vi immerse i piedi, sentendo -nonostante il suo corpo non fosse funzionante in tutti i sensi come quello umano- un brivido lungo la schiena fargli drizzare i capelli con una dolcezza quasi effimera. Fece qualche passo nell'acqua e sorrise beato, continuando a camminare lungo quella scia bluacea in mezzo allo scuro della radura, finché, dietro a dei grandi cespugli spinati, non gli si mostrò una meraviglia per gli occhi: un piccolo laghetto, forse artificiale, che mai nessuno poteva aver mai corrotto con prodotti di scarto o altro. Era suo, tutto solamente suo.
    Man mano che camminava sentiva il livello dell'acqua aumentare, finché non lo coprì fino ai fianchi e oltre, raggiungendo l'ombelico, il petto, i capezzoli e finalmente il collo. Si immerse totalmente solo quando raggiunse il centro del laghetto e quando sbucò fuori dall'acqua, agitò i capelli al vento, sentendoli schizzare da tutte le parti e iniziando a ridere fragorosamente, non era uno sprovveduto, no . . . era solamente troppo ingenuo e non poteva mai e poi mai immaginare che vi potessero esserci altre creature, oltre a lui, in quella foresta.

    Iniziò a nuotare tranquillamente, tenendo gli occhi aperti e rimanendo sempre galleggiante sulla superficie dell'acqua, simile ad uno specchio che ogni tanto si tramutava in mille pezzi per colpa di un suo movimento brusco. Improvvisamente lo sentì; il fetore. Un odore di schifo e putrefazione nello stesso momento e dovette trattenere una smorfia di disgusto, bagnandosi le labbra simili a due petali di rosa, con l'acqua pura e fresca. Annusò meglio l'aria e capì: licantropi, e non sapeva neppure quanti.
    Aguzzò l'udito e cercò di sentire qualche rumore o spostamento dell'aria sospetto ma l'unica cosa che poteva cogliere erano il canticchio lontano di qualche uccello o lo sviare veloce di qualche pesce sotto ai suoi piedi. Si immerse totalmente, nascondendosi nel fondo più possibile del lago, rannicchiandosi e trattenendo il respiro, lui non aveva bisogno di respirare e poteva benissimo rimanere lì tutto il giorno, nonostante gli avrebbe potuto rovinare la pelle.

    Edited by joongzz - 17/2/2013, 22:52
     
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    Continuava a correre beandosi della bellissima sensazione che scaturiva dal pieno utilizzo dei suoi muscoli. Forse era per il semplice motivo che era un lupo, ma correre era davvero qualcosa di liberatorio, di soddisfacente, la fatica veniva ripagata da un senso di appagamento. Quella foresta poi aveva qualcosa di speciale, probabilmente per paura dei vampiri che vi abitavano, gli uomini non si erano addentrati più di tanto in quella foresta e di conseguenza era pura, incontaminata. Era da tanto che non calpestava un suolo pulito come quello, lasciato semplicemente al volere di madre natura. Era in sintonia con quel luogo così .. magico.
    Improvvisamente si bloccò, i suoi orecchi avevano sentito un rumore particolare, qualcosa che sicuramente nono poteva appartenere a nessuna creatura della foresta, no, quello che aveva sentito era chiaramente una risata, ne era sicuro, poteva essere stata provocata solamente da un uomo oppure da "un vampiro!"

    Ricominciò a correre verso la direzione dalla quale provenivano i suoni, fermandosi ogni tanto per concentrare il suo udito, in modo da non sbagliare strada. "di qua!" si muoveva velocemente ma aveva paura di non farlo abbastanza velocemente e sopratutto silenziosamente. Un "animale" delle sue dimensioni faceva un certo casino quando si muoveva e il suo "nemico" aveva un udito sviluppato quasi come il suo, se non uguale, per non parlare dell'olfatto, si sapeva, i licantropi avevano un odore particolarmente forte. ancora una volta improvvisamente, rallentò il passo.
    "che cazzo sto facendo e se non fosse da solo? se fossero una ventina?" Iniziò a ragionare nello stesso modo nel quale avrebbe ragionato uno dei suoi sottoposti. Temeva per la sua vita, non perché fosse un vigliacco, ma per il semplice motivo che nello sfortunato caso in cui gli fosse successo qualcosa, nessuno, e dico nessuno, sarebbe riuscito a guidare quell'esercito problematico allo sterminio dei pipistrelli. Non poteva rischiare.
    "al diavolo" maledisse se stesso, ma non riuscì a resistere alle tentazione di affrontare quel vampiro, anzi l'ipotetico caso che fossero anche più di uno e molto pericolosi gli metteva anche molta più voglia di andare li e ammazzarli di botte. Non c'era gusto ad affrontare un vampiro se questo non era più forte di te, o comunque se non ti opponeva resistenza, e più erano difficili da battere, più Regan era appagato quando esalavano l'ultimo respiro. Quindi ricominciò a correre come un pazzo, ansioso di ritrovarsi difronte al suo avversario.

    Giunse fino alla riva di un laghetto, un posto piuttosto tranquillo, ancora più magico se possibile della foresta stessa. Mosse lentamente alcuni passi verso l'acqua che leggermente increspata arrivava con delle serrie di piccole onde fino alle sue zampe. Era più che sicuro di aver sentito quei rumori ed era ancora più certo che provenissero da li, da quel posto, eppure non c'era nessuno, era deserto. "Vigliacco!" la prima idea che gli attraversò l'anticamera del cervello fu quella di un eventuale fuga, se il vampiro lo aveva sentito arrivare se l'era data a gambe. Era risaputo che i vampiri non avessero lo stesso coraggio dei licantropi, probabilmente perchè non scorreva sangue in loro è quindi non potevano agire assecondando gli istinti che gli suggeriva il cuore. - maledetto ..
    Mosse ancora un'altro passo nella direzione del laghetto, beando le sue zampe, che avevano percorso chilometri e chilometri, della freschezza dell'acqua limpida e pura, dopo di chè si abbassò la nuca, protraendo il suo corpo verso l'avanti e iniziò a bere. Riprese le sue sembianze "umane", non aveva ancora rinunciato all'idea di trovare quel licantropo e prendere le sembianze umane avrebbe non soltanto nascosto il suo odore, ma magari avrebbe potuto attirare uno di quei succhiasangue, ponendosi come possibile pasto. Aveva sentito dire che i vampiri sceglievano le proprie vittime anche secondo criteri di bellezza e sensualità, e ne aveva capito che per un vampiro una persona del genere doveva essere una prelibatezza, qualcosa di molto più gustoso di una persona brutta. Il suo fisico modestamente, aveva i requisiti giusti per essere un ottimo pranzetto, qualcosa di molto prelibato.
     
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    Era da qualche minuto che era immerso nell'acqua cristallina di quel lago che all'apparenza non sembrava profondo, ma invece lo era abbastanza da nascondere il suo intero corpo alla vista di chi stava fuori, ma era strano, i rumori dell'esterno suonavano ovattati per colpa della densità dell'acqua e Neeve non aveva ancora notato nessun cambiamento da quella profondità. Alzò il più lentamente possibile il viso verso la superficie e non notò nulla di diverso, purtroppo immerso nell'acqua non poteva usufruire dell'olfatto o della vista e neppure pienamente dell'udito. Si raggomitolò con le gambe contro il petto e sperò vivamente di non aver fatto troppo rumore o il licantropo / i che potevano essere al di sopra di quello specchio d'acqua, potevano cogliere un movimento strano della superificie e capire che qualcuno o qualcosa si nascondeva in quel laghetto.

    Passarono minuti, forse ore, non se ne accorse ma era decisamente stufo di rimanere nascosto lì, era noioso e soprattutto indecoroso per la sua pelle olivastra, non voleva rovinarla per colpa di qualcosa di cui non era sicuro ma aveva anche paura di rischiare la sua vita per una sua stupida convinzione. Si sdraiò sul fondo dell'acqua e si maledì con tutto il suo cuore quando vide delle bolle create dal movimento delle sue gambe, spostarsi velocemente verso l'alto, raggiungendo verticalmente il bordo dell'acqua. Velocemente iniziò a strisciare sul fondale leggermente sassoso del lago e arrivò verso l'altro bordo, guardando attraverso la superficie leggermente frastagliata, verso l'alto per vedere se notava qualcosa. In quel momento una figura enorme e scura, deformata dal movimento acquatico, si avvicinò al bordo e Neeve notò che non lo stava guardando, non si era ancora accorto di lui, o almeno non lo avrebbe fatto se non proprio in quel momento un pesce non gli sfiorò il fianco improvvisamente, non aveva preveduto quell'avvicinamento talmente era concentrato sulla figura del licantropo che sembrava essere da solo.

    Si mosse, velocemente, riaffiorando dal lago e saltando sull'attenti sopra all'albero che dava le fronde sul lago fresco. Si era mostrato, aveva decisamente sbagliato ma non poteva fare diversamente. Rimase appeso all'albero, accovacciato, guardando fisso la creatura che si era accorta della sua presenza . . . ora cosa sarebbe successo ? L'avrebbe ucciso ? Neeve non era decisamente il tipo da poter competere con quell'enorme ammasso di pelo, non voleva combattere ma come avrebbe potuto dirglielo ? Non sapeva niente dei licantropi e quello sembrava praticamente grosso e muscoloso. Tremò impercettibilmente e inclinò il capo, fissandolo con i suoi occhi grigio argento per colpa della paura, storcendo il naso per l'odore ora concreto dell'altra creatura e mostrò i denti, senza far uscire neppure un suono dalle sue labbra violacee.

    Edited by joongzz - 17/2/2013, 22:52
     
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    Regan si sentì percorrere da un brivido che lui comunemente chiamava sesto senso, drizzò le sue orecchie umane e lasciò che i suo occhi, quasi involontariamente, prendessero il colore ambrato che avevano solo quando aveva la forma del lupo, un millesimo di secondo dopo vide emergere dal lago il vampiro che cercava, aveva nascosto bene la sua presenza ed uscire allo scoperto era stato un terribile errore che Regan gli avrebbe fatto pagare con la vita. O almeno così pensava, perché rimase molto deluso quando finalmente riuscì a distinguere nitidamente la sua figura. "Mai giudicare un libro dalla copertina" era uno dei suoi detti preferiti, in battaglia lo aveva salvato da molte situazioni scomodo, ma non percepiva un minimo di forza ne di potenza nel vampiro che aveva difronte, ucciderlo non avrebbe avuto senso se non avesse avuto il piacere che gli provocava la battaglia, quindi cosa doveva fare? lasciarlo andare e fingere di non averlo visto? visto che ucciderlo non sarebbe stato appagante non lo avrebbe fatto se non fosse stato costretto, già perché probabilmente l'altro non la pensava come lui e per quanto potesse essere debole non avrebbe perso occasione di tentare di attaccarlo, anche solo per difesa, o meglio per paura. Poi c'era sempre il rischio che una volta lasciato libero se ne sarebbe potuto andare a chiamare rinforzi. Era combattuto, più lo guardava più che perdeva la voglia di fargli del male. Rilassò i suoi muscoli e fece due passi indietro andando a sedersi su una roccia, continuando a tenere lo sguardo fisso sull'infida creatura, sul suo volto si formò un sorriso quasi malizioso, sottile ma percettibile.
    - è paura quella che fiuto? Domandò notando lo stato in cui era il vampiro, certamente non era sicuro o agguerrito, si notava benissimo che temeva per la sua incolumità, il che abbatteva maggiormente lo spirito guerriero del licantropo. - non credi avresti fatto meglio a restartene sul fondo del lago, magari non mi sarei accorto di te .. adesso devo ucciderti, per quanto non ne abbia voglia è inevitabile, comprendi vero? Aggiunse fissando un punto impreciso in quei meravigliosi occhi grigi, non ne aveva mai visti di così intensi prima d'ora, probabilmente poichè gli unici occhi di vampiri che aveva osservato erano quelli spenti dalla morte, o accecati dall'odio, i suoi invece erano così .. vivi. Regan ne era particolarmente affascinato, cercava di fissare nella sua mente un immagine che sperava rimanesse indelebile, in modo da ricordarsene per il più lungo tempo possibile.
    - Hai un volto troppo carino e curato per essere un guerriero, cosa sei dunque? Domandò ancora, ormai perso in quell'iridi intense. Non capiva cosa stava succedendo, perchè stava parlando con quel dannato pipistrello? bastava che con uno scatto lo buttasse giù da quel dannato albero e che con un artigliata squarciasse il suo corpo esile rispetto al proprio. Non era normale per lui comportarsi in quel modo ma la bestia che era in lui si faceva guidare dall'istinto e in quella situazione non era certo un istinto omicida.
     
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    Dal momento in cui era sbucato fuori dall'acqua con quello scatto a dir poco felino, non aveva fatto altro che guardare fisso il nemico davanti a sé. Aveva avuto qualche idea di possibile fuga, ma sapeva benissimo che sarebbe stato raggiunto o, forse peggio, accerchiato da altri licantropi di quelle grandezze e allora lì sì che la sua morte sarebbe stata indegna e sicuramente più dolorosa. Fece vagare gli occhi grigi lungo il corpo del lupo che presto prese sembianze umane per far sì che fosse in grado di proferir verbo vista la sua potenzialità anche umana e cercò di studiare per bene l'uomo che ora si trovava davanti. Sarebbe stato lui la sua fine, quindi.
    La sua vita sarebbe finita per mezzo di quelle mani dalla grandezza decisamente superiore a un semplice arto umano, e l'ultimo viso che avrebbe visto ora era davanti a lui, gli occhi scuri fissi nei suoi, quasi volessero incollarlo contro l'albero per non dargli neppure la minima idea che potesse scappare da dov'era.

    - è paura quella che fiuto?
    Neeve sorrise beffardo, era bello sapere che quella specie di animale puzzolente pensasse di avere un tale ascendente di temerarietà, povero illuso. Pensava veramente di fargli così tanta paura ? Il vampiro rimase in silenzio, finché non sentì le parole che seguirono, ascoltando con estrema attenzione ogni piccola sfumatura del cambio di voce che poteva udire di quel gorgoglio basso e roco, proveniente dalla gola mascolina dell'uomo che sedeva esattamente al lato opposto in cui stava lui.
    - non credi avresti fatto meglio a restartene sul fondo del lago, magari non mi sarei accorto di te .. adesso devo ucciderti, per quanto non ne abbia voglia è inevitabile, comprendi vero?
    Sì, probabilmente era così, probabilmente sarebbe morto, ma non voleva dare tutta questa soddisfazione a quella faccia tosta, che si credeva di essere ? Va bene che sarebbe stato l'uomo che lo avrebbe ucciso - e già questa era una cosa degna di nota perchè nessuno lo poteva uccidere - ma lo irritava parecchio quel sorriso che animava quel viso così mascolino.
    - Hai un volto troppo carino e curato per essere un guerriero, cosa sei dunque?
    Un sopracciglio si inarcò quasi automaticamente e raggiunse quote scoscese . . . come poteva dire una cosa del genere in quella che sarebbe stata la sua ultima ora di vita ? Ma nel contempo ghignò, con un che di diabolico, rimanendo immobile nella sua nudità sul ramo di quell'albero, l'unica parte di lui che si muoveva, senza il suo consenso, erano i capelli, mossi dal leggero vento.

    - Uccidimi, razza di bestione. - le sue parole sferzarono l'aria, rendendo l'ambiente più esterno quasi più cupo di quanto già non fosse, il sole lontano sembrava intento a nascondersi. - Se ci riesci, ovviamente. - aggiunse, guardandolo con scherno ma mantenendo una voce ferma, tranquilla.
     
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  8. nine
     
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    Regan sospirò leggermente, era decisamente calmo, si sentiva decisamente superiore alla creatura che aveva difronte almeno per quanto riguardava la forza fisica. Era consapevole del fatto che non avrebbe durato molta fatica per eliminarlo e forse era proprio questa la causa della sua attesa, amava così tanto combattere che farlo con un soggetto del genere non lo avrebbe appagato minimamente.
    lui adorava gli scontri violenti, quelli epici che rimanevano per anni e anni nelle menti di coloro che vi avevano assistito o comunque di coloro che li avevano vissuti. Si accontentava anche di qualcosa di meno se poteva utilizzare tutte le sue forze senza risparmiarsi minimamente.

    - Che maleducato. Disse ironico sorridendo quando il vampiro invece di rispondere alla sua domanda lo incitò a compiere quello che doveva fare. Teneva davvero così poco alla sua vita? O semplicemente non si rendeva conto del pericolo a cui andava in contro? magari era un pazzo convinto che di avere alcune possibilità.
    - se è questo quello che vuoi .. gli occhi di Regan iniziarono a schiarirsi assumendo il classico colore giallo ambrato che avevano i lupi, l'iride si allargò e la pupilla si restrinse. - .. vedrò di accontentarti.
    Una volta pronunciata la frase balzò a sua volta sul ramo dove era appollaiato il vampiro, lo afferrò e lo buttò giù di forza, tutto nel giro di pochi secondi. Si ritrovarono per terra, Regan gli stava sopra tenendolo fermo facendo pressione con le sue mani sulle sue spalle, contro il terreno, schiacciandolo con il peso del suo corpo. Adesso poteva fare di quell'immonda creatura tutto, ma proprio tutto quello che voleva, lo aveva immobilizzato per bene.
    Gli ruggì contro la faccia mostrandogli i suoi denti aguzzi e più pronunciati rispetto a quelli di una persona normale, poi si spostò verso il suo collo intento a morderlo, a reciderlo di netto con l'uso delle sue zanne. i vampiri erano soliti attaccare al collo, e sicuramente anche quello che aveva sotto il suo corpo muscoloso l'aveva fatto, così decise di fargli vivere in prima persona l'esperienza che aveva riservato alle sue vittime. Ma quando si ritrovo a meno di un capello dalla pelle della creatura si fermò, rapito dall'odore gradevole che questa emanava. Era un odore particolare che non aveva mai fiutato, così intenso e piacevole che gli fece del tutto dimenticare quello che stava facendo.
    Strusciò lentamente il suo naso su di esso percorrendo una linea immaginaria, fino ad arrivare alla mascella del vampiro, inalando quel delizioso aroma.
    "come può un vampiro avere un così gradevole aroma?" penso tra se e se socchiudendo gli occhi e abbassando la guardia. Era come intossicato aveva reagito come un gatto alla presenza dell'erba gatta. il suo battito accelerato per via dell'adrenalina del momento dello scontro, si era calmato, era diventato inspiegabilmente regolare.

    Quando riaprì lentamente gli occhi decise che era inutile, non avrebbe ucciso quel vampiro. Il suo odore e i suoi occhi così diversi, così meravigliosi glie lo impedivano.
    Non era come tutti gli altri suoi simili, paragonabili a rifiuti, era come un fiore luminoso in mezzo ad un campo di erbacce scure, l'unico fiore profumato.
    Salì ancora un po' arrivando in prossimità de suo orecchio sinistro, Vicino al lobo.
    - mi dispiace, ma non non ho voglia di sporcarmi le mani con il tuo sangue .. sussurrò con un tono profondo ed intrigante.
     
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