First meeting.

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    Ero sudato marcio, L'uomo che avevo davanti era un cliente abituale, ormai le sue visite andavano avanti da tre anni, veniva una volta al mese, come le mestruazioni, mi portava fuori a cena in posti dove nessuno lo avrebbe mai potuto lontanamente riconoscere, mi faceva regali costosi e poi, una volta tornati nella mia "casa dell'amore" facevamo sesso tutta la notte fino a quando lui non se ne andava lasciandomi sempre la solita quota di denaro sulla scrivania di legno che stava nell'ingresso - Sono sempre 50 vero? .. te li lasciò qui. Disse anche quella volta gettando i soldi nel solito punto e finendo di abbottonarsi la camicia. Io me ne stavo sul letto, completamente nudo, seduto con le spalle poggiate allo schienale e con una sigaretta tra le labbra, lo osservavo sorridendo. Nonostante ormai fosse così tanto che andava avanti quella storia era sempre imbarazzato quando arrivava e quando andava via, l'unico momento in cui non lo era era quando sfogava tutta le sua rabbia e la sua frustrazione contro il mio sedere. - Ci vediamo tra un mese Jun .. Risposi sorridendogli e spegnendo il mozzicone nel posacenere che stava sopra il comodino, dovevo togliermi quel maledetto vizio era troppo costoso per me e per la mia dannata salute, e quando finalmente lo vedi uscire mi decisi ad alzarmi e a dirigermi in bagno, necessitavo di una bella doccia fredda. Jun era un uomo d'affari di una certa età e di un bell'aspetto, fortunatamente quasi tutti i miei clienti lo erano anche se non eccessivamente, aveva una moglie e due figlie alle quali voleva davvero bene, io ero semplicemente il suo passatempo, il suo sfogo, non ero niente di più, per nessuno dei miei clienti, e a me stava bene così. Entrai nel box e aprii l'acqua mettendola più fredda possibile, sentendo il mio corpo come ustionarsi quando entrava in contatto con quest'ultima. Il mio non si poteva certo considerare un buon lavoro, ma a me piaceva, i soldi non mi mancavano, mi divertivo, godevo come un matto e avevo almeno quattro giorni di riposo a settimana, come minimo, nonostante fossi pieno di clienti riuscivo a gestirli bene, a manipolarli in modo da fargli fare tutto quello che volevo. Andavo molto di moda sopratutto tra la fascia 29-50, visto il mio aspetto quasi fanciullesco, anche se nell'ultimo mese avevo avuto un periodo di stallo. Finii la mia doccia, chiusi l'acqua ed uscii legandomi un asciugamano sulla vita e posandomene uno sui capelli bagnati. Accesi un'altra sigaretta. "la devo smettere con questo maledetto vizio!" Pensai tra me e me, come tutte le volte che me ne accendevo una, inspirai profondamente e lasciai che il fumo scisse lentamente da una piccola fessura che si era aperta tra le mie labbra.
    Mi asciugai i capelli e mettendomi una maglietta, che viste le enormi dimensioni non era sicuramente mia e probabilmente era stata lasciata li da qualche cliente distratto, mi infilai a letto intento a riposarmi un po'. Amavo fare sesso, non me ne fregava un cazzo di con chi lo stavo facendo, mi bastava semplicemente farlo e tutte le volte esageravo ritrovandomi stremato.

    "Questa casa è dannatamente fredda!" Pensai tra me e me raggomitolandomi sotto le coperte. In realtà non era fredda, probabilmente era solo il fatto che in quel momento mi sentissi un po' solo che me lo faceva credere. Ero tremendamente geloso di Jun, e di tutti gli altri, nonostante non volessi ammetterlo a me stesso, perché loro, per quanto il loro comportamento fosse sbagliato e immorale, una volta finito con me avevano qualcuno a casa che li aspettava sotto le coperte per dormire assieme accoccolati nel calore dei loro corpi.

    La sera seguente, vista la pagina vuota nell'agenda degli appuntamenti decisi di andare a fare un giro in città, non mi diressi verso il centro, dove le famiglie e i gruppi di amici uscivano solitamente ma più in periferia, nei quartieri che frequentavano di solito le persone del mio .. come dire .. rango sociale? Erano quartieri meno illuminati, dove non c'erano negozi ma solo pub e locali particolari.
    - Hyukmin! Mi sentii chiamare e voltandomi a fatica riconobbe la figura del mio amico Taejun alzai una manò in segno di saluto e gli sorrisi. Taejun faceva la mia stessa professione e diciamo che ci conoscevamo perchè "avevamo lavorato assieme". - Anche tu a caccia di clienti? Mi domando posandomi un braccio sulle spalle e facendomi un occhiolino.
    - Non esattamente .. avevo semplicemente voglia di uscire .. risposi io scuotendo leggermente la testa in segno di negazione, volevo prendere una boccata d'aria e magari bere qualcosa.
    - Menomale, riesci sempre a fregarmi quelli migliori! Dai vieni ti offro da bere. Una volta per una scommessa glie ne avevo rubato uno da sotto le grinfie e da allora tutte le volte che mi vedeva me lo rinfacciava sempre, forse voleva farmi sentire in colpa ma l'unica reazione che otteneva era quella di annoiarmi.
    Entrammo in un locale e ci sedemmo al bancone intenti ad ordinare.

    Edited by nine - 11/7/2013, 02:46
     
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    clair de lune

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    - James Miller ! Insomma, la relazione ? Vuoi farmi venire il latte alle ginocchia ? Sicuramente stai approfittando della mia ormai avanzata età e, quindi, della mia bontà, così non lavori niente ! - Non feci in tempo ad alzare il capo dalla relazione che stavo scrivendo ormai da ore che, l'uomo davanti alla scrivania, si abbassò talmente tanto da lasciare uno spazio equivalente a un palmo di mano dal viso del più giovane. - Voglio quella santissima relazione sul mio tavolo entro le otto e mezza, chiaro ? - la sua voce suonò sterile, insensibile, come al solito. Quell'uomo aveva decisamente qualche diavolo per capello, possibile che non potesse comportarsi mai una santa volta in modo civile ?
    "Sarà sicuramente frustrato .. ma che mi dico, anche io lo sono. James, anche se non lo ammetti, è così." pensai, guardando allontanarsi l'uomo che fino a qualche secondo fa mi aveva sbraitato addosso. Mi accorsi della mia lentezza nel tornare a concentrarmi su quello che dovevo scrivere e tirai su le maniche della camicia chiara, decidendo che sì, prima mi fossi messo d'impegno, prima avrei finito. Sospirai un'ultima volta e lanciai un'occhiata al quadrante dell'orologio sulla parete, notando che mancassero nemmeno venti minuti alla consegna del mio lavoro.

    - In bocca al lupo, geniaccio ! - mi augurò un mio collega, Wagner, passando lì vicino e schiaffandomi una pacca sulla spalla. Maledetto lui e la sua velocità, aveva già finito e io dovevo ancora ultimare e concludere gli ultimi punti. Quanto odiavo il mio lavoro, quanto odiavo la mia vita, quanto odiavo quell'ufficio e quell'uomo, odiavo tutto quello che mi circondava e la cosa pazzesca era che nessuno lo sapeva. Nessuno poteva neppure lontanamente immaginarlo. La mia vita era come dipinta su uno stelo a doppia faccia, da una parte vi erano colori chiari e solari, disegni felici e gioiosi, dall'altra, quella rivolta verso il mio viso, vi era una pennellata unica di nero, cupo, oscuro . . . come appunto erano i miei pensieri.
    Neppure mia moglie, Seohee, poteva sapere quello che passava dalla mia mente, neppure mio figlio Jeongmin o mia cognata, mia nipote o mia suocera.
    Tralasciando che della mia famiglia ero rimasto solo io ( i miei genitori erano entrambi morti quando ero giovane e mia sorella era venuta a mancare solo l'estate prima per colpa di un cancro ai polmoni ), la mia nuova famiglia mi era quasi del tutto estranea. Non che il mio matrimonio non andasse bene, per carità, ovviamente non era qualcosa da gonfie vele, ma neppure un disastro unico; mi ero sposato undici anni prima ( a 27 anni ) quando già mia moglie aveva partorito il nostro Jeongmin. Tutto sommato era una vita semplice, troppo semplice, estremamente semplice . . . talmente monotona e ripetitiva che quasi faticavo a tenere conto dei giorni che passavano o a che data fossimo in quel giorno esatto.

    Avevo cercato di pepare un po' quella quotidianità opprimente, ma non era cambiato nulla. L'unica cosa in cui potevo sperare era la vita sessuale, con mia moglie era impossibile avere a che fare in quel frangente, quindi ogni tanto mi offrivo qualche scappatella con prostitute. Non avevo relazione extraconiugali, che sia chiaro, mi divertivo qualche volta con donne che pagavo personalmente ma il piacere della novità durava poco, era effimero, e quando tornavo tra le quattro mura di casa, o in ufficio, la realtà della mia vita tornava a schiacciarmi senza freni.

    Sospirai velocemente e scrissi l'ultima riga, alzando lo sguardo sull'orologio e notando che mancava neppure un minuto alla scadenza dell'orario entro cui avrei dovuto consegnare il mio saggio. Subito mi alzai e presi la giacca e la valigetta, catapultandomi come un bambino alla campanella della scuola, nell'ufficio del mio capo. Lo guardai seduto comodamente sulla sua poltrona con un sigaro in mano e gli piazzai il malloppo di fogli davanti, chinando il capo e indietreggiando verso la porta.
    - Dove crede di andare, Miller ? - tuonò improvviso, facendomi quasi sussultare.

    - A casa, signore. - sussurrai solamente, alzando le spalle e spalancando gli occhi . . . non aveva altro lavoro da offrirmi, vero ? Vero ? Non feci in tempo a pensare ad un'altra soluzione che il suo sguardo scese fino ai fogli che avevo gentilmente posato sulla superficie del suo bancone. Annuì piano e mi fece segno di uscire, non degnandosi neppure di salutare o alzare nuovamente gli occhi su di me. Io, d'altro canto, non me lo feci ripetere una seconda volta e indossai la giacca, lasciando per sempre quell'inferno che mi durava otto ore totali di lavoro. Appena fuori annusai l'aria non poco contaminata di Seul e guardai sul mio palmare la chiamata persa di mia moglie; stavo quasi per richiamarla quando mi arrivò un messaggio, lo lessi e rimasi particolarmente scioccato. Prendeva il bambino ( tredici anni ) e se ne andava a stare da sua madre a Busan per qualche tempo, non dicendomi esattamente il perché . . . in un certo senso ero felice della notizia, nonostante la mia pancia brontolasse per il cibo, ma avevo la possibilità di avere le serate libere e, pensandoci bene, l'ultima volta che mi ero divertito con qualche squillo era stata qualche settimana prima, perfetto: sapevo che cosa fare. Salii in macchina e guidai fino al quartiere a luci rosse in cui ero solito andare e, prima di raggiungere la famosa via piena di queste, mi fermai in un fast-food, ordinando qualcosa da mangiare. Mi appartai accostato ad una stradina non trafficata e cenai velocemente, eccitato all'idea di quello che sarebbe successo dopo.

    Ma avevo un'idea . . . una grande idea: perché dover seguire sempre la solita solfa e tirare su una ragazza, quando potevo andare io a cercarmela ? Almeno il piacere non sarebbe durato due ore ma molto di più, l'attesa e l'adrenalina nel cercarla mi avrebbero aumentato il piacere, no ? Scesi dalla macchina di tutto punto ed entrai in un bar a caso, sistemandomi la cravatta e raggiungendo il bancone, dove presi posto. Ordinai un martini e mi guardai attorno, senza dar caso a chi ci fosse in realtà, prima ci voleva un'occhiata generale per studiare il locale.
     
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    - Cosa prendi? Domandò Taejun mentre si guardava intorno con attenzione, sembrava non essere affatto interessato alla risposta che avrei potuto dargli, e probabilmente avrei dovuto ripeterglielo. - Vodka liscia, con ghiaccio. Dissi iniziando a giocherellare con uno dei sottobicchieri che erano appoggiati poco distanti dalla mia mano e portando il mio sguardo su di esso. - Cosa? Come avevo previsto non aveva sentito e quindi mi tocco ripeterglielo con aria scocciata, quel ragazzo era terribilmente prevedibile.
    La cameriera arrivò dopo qualche secondo e si appuntò sul blocchetto di colore rosa le nostre ordinazioni, il locale era talmente pieno quella sera che se non lo avesse fatto se ne sarebbe sicuramente scordata, ero già venuto in quel locale e mi era capitato di vederla a lavoro, sembrava dormisse con gli occhi aperti.
    - Eih guarda quello .. gli farei volentieri uno sconto! Disse Taejun attirando la mia attenzione con una gomitata, ogni volta che vedeva un bell'uomo ripeteva sempre la solita battuta, prevedibile e monotono, decisi di dargli filo sperando che poi mi lasciasse stare e mi voltai alla ricerca del ragazzo, o uomo, in questione. Non fu difficile capire a chi si riferisse, poco distante da noi c'era un volto d'angelo, era davvero bello, fin troppo, mi chiedevo cosa potesse farci uno come lui in un posto come quello dove ci trovavamo noi, sicuramente non aveva bisogno di pagare per avere una donna, quindi andando a logica aveva semplicemente un matrimonio che gli andava troppo stretto. Oltre al bel viso sembrava avere una bella muscolatura pronunciata, non esagerata, proprio come piacevano a me.
    La cameriera arrivò con le nostre ordinazioni e prima che potesse andarsene via un'altra volta Taejun la fermò afferrandole il braccio e chiedendo cosa avesse ordinato il ragazzo che tanto lo aveva colpito, aggiungendo di portargli un'altra consumazione e di dirgli che eravamo stati noi ad offrirla.
    - Non dovresti essere tu a farti pagare da bere? Dissi io ridacchiando, non mi era mai capitato di offrire nulla a nessun cliente e nemmeno a nessun "possibile" cliente. - Tranquillo è solo una strategia nuova .. Rispose lui giustificandosi, ma in realtà avevo il presentimento che ci volesse semplicemente provare perché gli piaceva, beh come dargli torto, da quando ci avevo posato gli occhi sopra non ero ancora riuscito a levarglieli. La cameriera annui e si precipitò a portargli quello che gli aveva detto, mentre Taejun era già pronto con il suo sguardo "da rimorchio" a salutare il diretto interessato appena si fosse voltato verso di noi.
    - Non sembra un tipo da ragazzi, credo che preferisca le donne sai .. Aggiunsi cercando di stuzzicarlo al fine di farlo arrabbiare, ma se invece fosse stato interessato, avrei fatto di tutto per rubarlo a Taejun, un cliente così non capitava tutti i giorni. Non conoscevo la ragione precisa ma ero convinto che una notte passata assieme a lui mi sarebbe rimasta sicuramente impressa, non sarebbe stato uno dei tanti.
     
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    Era strano doverlo ammettere ma sembrava che, da quando fossi entrato, avessi gli occhi di tutte le persone del locale addosso e, non essendo un uomo che amava particolarmente essere al centro dell'attenzione, cercavo di risultare il più calmo possibile. Appena il barista mi allungò il bicchiere di Martini, iniziai a giocherellare con la fetta di arancia attaccata al bordo del bicchiere di vetro, guardandola distrattamente e bagnandomi, senza fare apposta, le dita di alcool; le portai con nonchalance fra le labbra e succhiai quel poco residuo alcolico che vi era rimasto sopra, ovviamente cercando sempre di rimanere all'ombra di tutti.

    La mia mente intanto volava, nei meandri più scuri dell'essere, aggiungendo all'eccitazione che avevo al pensiero di quello che mi aspettava, una sorta di voglia di nuovo, avevo una fottuta voglia di cambiare qualcosa, ma non sapevo esattamente cosa. Solitamente sarebbe andata come un normale uomo che ha bisogno di sfogare l'istinto sessuale, quindi pagare una donna per il proprio piacere, farsi fare un pompino, scoparla per un quarto d'ora, venirle in faccia e poi, dopo il pagamento, sarebbe ritornato tutto come prima. Ma io non volevo più questo, volevo un cambiamento in quel ciclo continuo.
    Non feci in tempo a finire il mio Martini che una delle tante cameriere che girava in quel posto con le calze a rete e i reggicalze, si avvicinasse a me e mi sussurrasse una cosa inaspettata all'orecchio.
    - Quei due là ti hanno offerto un altro giro. -

    A quelle parole mi girai subito, avendo paura di mostrare più aspettativa di quanta invece avessi e mi ritrovai di fronte due ragazzini che assomigliavano molto a due ragazze magre ma tenute bene. E in quel momento la mia mente già troppo deviata, ebbe un'idea ancora più malsana e malata: perché non usufruire della loro gentilezza ? Infondo se mi avevano offerto da bere c'era qualcosa sotto, in quel tempo di crisi non si sperperavano i soldi a destra e a manca senza una ragione.
    Buttai giù in un sorso quello che era rimasto del Martini che avevo pagato io e presi in mano quello che loro mi avevano offerto, alzandolo in aria in segno di ringraziamento e sollevando entrambi gli angoli delle labbra in un sorriso di ringraziamento.
    Scesi dallo sgabello e mi avvicinai a loro, man mano che ero più vicino al tavolo, mi accorgevo di quanto potevano essere appetitibili quei due ragazzini, uno sembrava più eccitato all'idea che stessi arrivando al loro fianco, l'altro sembrava un po' meno preso. Una volta di fronte a loro, indicai il posto libero sul divanetto, guardando quello meno entusiasta.
    - C'è posto anche per me ? - chiesi semplicemente, non aspettando una loro risposta affermativa e lasciandomi andare sul divano morbido e appoggiando la giacca e la valigetta vicino a me.
     
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    Io e Taejun rialzammo il bicchiere assieme come risposta al suo saluto, sembrava non essere molto dispiaciuto da quel nostro regalo, o meglio dal regalo di Taejun. Lo osservai attentamente, aveva catturato il mio sguardo e la mia attenzione, anche se non lo davo a vedere come Taejun che sembrava una gallina in calore, notai che si stava alzando e che si stava dirigendo verso di me.
    - C'è posto anche per me ? Domandò sedendosi prima che potessimo dargli il permesso. Sul mio volto si formò quasi involontariamente un accenno di sorriso, leggermente malizioso per via dei pensieri che erano passati per la mia testa, abbassai lentamente lo sguardo sul sottobicchiere con cui stavo giocherellando, evitando di guardare direttamente la fonte di talei pensieri impropri. Ora che lo guardavo meglio da più vicino mi sembrava ancora più bello, più perfetto. "che ci fai qui?" Continuai a chiedermi pensando al perfetto uomo desiderabile da ogni tipo di donna che avevo difronte. In fondo nemmeno io avevo mai avuto problemi con le donne o con gli uomini, mi era sempre risultato semplice farmi desiderare da chi mi interessava, e non avevo nemmeno problemi di soldi, facevo quel lavoro .. beh, per rendere felici le persone che si rivolgevano a me, quindi anche lui aveva sicuramente i suoi motivi per trovarsi in un posto del genere.
    - è la prima volta che ti vedo, cosa ti porta qui? sei per caso alla ricerca di compagnia? mio caro .. partì subito all'attacco Taejun, cercando di scoprire il suo nome. Aveva le idee chiare, voleva che quel bell'uomo pagasse per passare una notte nel suo letto, nella famosa stanza "selvaggia". La stanza dove portava i suoi clienti era famosa per la fantasia dell' arredamento dai colori e i motivi animali, era tutto zebrato, leopardato e via dicendo. Alzai la testa riportando i miei occhi sullo sconosciuto, interessato alla risposta di quest'ultimo, ma prima che potessi ascoltarla Taejun decise di presentare entrambi e riuscì ad aumentare la mia attenzione.
    - Io sono Taejun e il mio amico qui è Hyukmin, ci chiedevamo cosa ci facesse uno bello come te solo soletto a quel tavolo .. Disse iniziando a giocherellare con la cannucia del suo longdrink, Taejun era proprio una puttanella, già era tanto che non gli avesse esposto le sue misure e mansioni assieme al listino prezzi.
     
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    Non che avessi bisogno di sfogare solo i miei istinti e bisogni sessuali, ma avevo anche voglia di una sana chiaccherata e, anche se loro non mi sembravano i tipi giusti con cui averla, avrei potuto iniziarla io. Ma mi bloccai immediatamente quando sentii quello entusiasta parlarmi con scioltezza, quasi fosse una cosa abituale e la facesse ogni volta che vedeva uno sconosciuto, mi meravigliai molto del suo modo sbarazzino di fare . . . ormai non avevo più a che fare con gente del genere e, oltre a sentirmi decisamente troppo vecchio, mi sembrava di aver vissuto per tanto tempo fuori dal mondo, in una bolla fatta di false felicità quali il lavoro opprimente e una famiglia da mantenere. Sospirai a vuoto a quei pensieri e decisi di mascherare il mio vero carattere e la mia vera identità, infondo loro non sarebbero venuti mai a conoscenza del fatto che mentivo, quella sarebbe stata la prima e l'ultima volta in cui ci saremmo visti.

    - Io sono Will, chiamatemi solo Will. - iniziai, tenendo una voce abbastanza bassa e roca, preferendo iniziare subito con un piano di attacco, anche se mi sembrava che non ce ne fosse bisogno, visto che il ragazzo che sedeva di fronte a me mi stava mangiando boccone dopo boccone, con gli occhi. - .. ho voluto prendermi la serata libera dopo una frustrante giornata di lavoro. - dissi sorseggiando poi il drink, attento a non sporcarmi, vista la mia poca attenzione in quelle cose.
    Infondo avevo detto una mezza verità, volevo divertirmi e dimenticare la giornata opprimente in ufficio e speravo che capissero a cosa alludevo.

    - Piacere, Hyukmin. - dissi infine, guardando in viso il ragazzino al mio fianco, non avevo ancora incrociato neppure una volta i suoi occhi e, stranamente, avevo una voglia perversa di vederli incontrare i miei . . . non mi piacevano le cose semplici come Taejun a cui avrei potuto dire " Scopiamo " e saremmo già venuti entrambi. Volevo qualcosa di difficile, di misterioso, di contrastante . . . Hyukmin mi sembrava la persona giusta, calzava a pennello il pensiero che mi ero fatto del mio partner.
     
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    "Will" Quel nome mi piaceva, sembrava stargli bene, anche se era così banale e comune, non lo rendeva particolare, forse non era nemmeno il suo vero nome, molte persone preferivano non far conoscere la propria identità, ma nonostante la sua banalità ero convinto che sarei riuscito a ricordarmelo bene e che sarei riuscito anche ad associarlo facilmente al suo volto. Non aveva qualcosa di speciale, qualcosa che gli altri non avevano, ma riusciva a suscitare in me quest'effetto, diciamo che .. mi faceva credere che lo fosse
    - Will, Will, Will. Mi piace il tuo nome .. Oh si qua dentro è pieno, di gente frustata dal lavoro .. continuò Taejun, era così preso che fui quasi tentato a desistere dal mio desiderio di rubargli un'altro ragazzo, anche perchè alla fine non tutti mi preferivano al mio .. collega, probabilmente a Will non dispiaceva il carattere egocentrico da primadonna di Taejun. A molti piaceva. Poi per quanto fosse bello e allettante quella sera non ero andato li alla ricerca di clienti avevo solo voglia di rilassarmi un po', di bere qualcosa e di fumare qualcos'altro se possibile.
    - Piacere, Hyukmin. sentii nominare il mio nome e a quel punto fù inevitabile far incrociare i miei grandi occhi con i suoi, anche se solo per un breve istante, infatti spostai nuovamente la mia attenzione dal sotto bicchiere all'uomo seduto al mio fianco.
    - Piacere mio .. Will Risposi accennando un altro sorriso, leggermente più marcato del precedente, ma poi nuovamente tornai ad osservare qualcos'altro per paura di incantarmi a guardarlo, sarebbe stato a dir poco imbarazzante poi dovevo tentare di lasciare campo libero a Taejun. Infatti quest'ultimo mi tirò un'occhiataccia come per ricordarmi che lo aveva puntato prima lui il ragazzo.
    - Oh non fare caso a lui, è sempre di poche parole, non è vero Hyukminnie? Intervenne Taejun con un'altra strizzandomi una guancia e continuando a cercare di ammiccare all'uomo vicino a noi come meglio poteva. - Smettila! Risposi io con un tono seccato scansando la sua mano, avevo un aspetto fanciullesco il che era la mia fortuna e la mia condanna odiavo essere scambiato per un bambino in continuazione sopratutto dalle persone come Taejun, se fosse stato qualcun'altro non mi avrebbe dato tanto fastidio ma lui era odiooso, avevo 23 anni cavolo!
     
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    clair de lune

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    Da quando mi ero seduto a quel tavolo, la mia attenzione era passata da passivo telespettatore e facile preda del ragazzo che sedeva di fronte a me a vero e proprio carnivoro in cerca di cibo. E il cibo sedeva esattamente al mio fianco, la mano che teneva il mio Martini era probabilmente a una distanza pari a un filo interdentale e la cosa non faceva altro che accaldare il mio corpo e far aumentare la mia voglia di conoscere quella persona. Ma era inutile tentare un approccio diretto perchè mi sembrava che quel ragazzo, Hyukmin, avesse innalzato una barriera fatta di oggetti da fissare: infatti guardava qualsiasi cosa all'infuori del sottoscritto e la situazione mi faceva decisamente abbassare l'autostima.
    - Oh non fare caso a lui, è sempre di poche parole, non è vero Hyukminnie? quelle parole, inaspettatamente, mi fecero ridere, di una risata che non provavo a fare da almeno qualche anno, una di quelle vere, basata su fatti veramente banali e stupidi ma che ti mettevano di buonumore. La serata sembrava andare di bene in meglio e presto avrei sfogato anche i miei istinti sessuali, ma con chi ?

    Fisicamente mi sarebbe andato bene chiunque, infatti entrambi i ragazzi assomigliavano parecchio a ragazze ma avevano sempre qualcosa che facesse capire, invece, che appartenevano al sesso opposto ( la mascella forse, o anche la fronte e le sopracciglia ). Fisicamente, quindi, mi sarei bellamente sbattuto entrambi senza fare troppe distinzioni ma visto che non cercavo solo un buon piatto da mangiare già pronto ma qualcosa che dovevo prepararmi io, girai automaticamente lo sguardo sul ragazzo al mio fianco, passando più volte gli occhi lungo i suoi zigomi fino a raggiungere la mascella e il collo, l'orecchio e la gola, pareva una vera e propria carezza virtuale. Mi passai velocemente una mano sul braccio e buttai giù il restante Martini, non togliendo gli occhi dal ragazzino e cercando di camuffare il mio essere inesperto in campo omosessuale con un sorriso leggero dipinto sul volto e movimenti parecchio disinvolti, quasi distratti. Non volevo ristultare una costruzione, neppure una bambola da scopare, volevo essere intrigante e fargli capire che era interessante, molto interessante, conoscermi, anche solo per quella sera.

    - Vi offro un giro, per ringraziarvi della chiacchierata. - dissi in un sussurro, girando lo sguardo verso il resto del bar e alzando appena l'avambraccio per farmi vedere. Appena mi raggiunse la cameriera di poco prima, le ordinai di portare un altro drink uguale a quello che i due ragazzi avevano ordinato e che avrei pagato in contanti appena prima di uscire. Appena quella si fu allontanata, poggiai i gomiti sul tavolino, dopo aver piegato le maniche della camicia bianca fino al bicipite per evitare di sporcarlo, così da mettere in mostra i muscoli vispi che mi ero procurato da ragazzo al liceo. Portai le mani, unite, sotto al mento e sondai i loro visi con i miei occhi, indicando la mia giacca appoggiata al fianco. - Vi dà fastidio se fumo ? - da quando mi ero trasferito a Seul, più di undici anni prima, avevo ripreso a fumare forse per il fatto che fosse consentito l'uso della sigaretta nei locali pubblici autorizzati, era, diciamo, un aiuto in più per l'economia del paese, così allungai una mano verso il taschino nero della giacca e tirai fuori il pacchetto di Marlboro rosse, prendendone una fra le labbra e allungandola prima a Hyukmin, alzando piano gli occhi nei suoi. - Desideri ? - chiesi con la sigaretta ancora spenta nell'angolo della bocca.
     
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    Possibile che ne sentissi il peso? Sentivo sulla mia pelle il leggero peso dei suoi occhi intesi percorrere le mie fattezze. Mi sentivo come una bistecca davanti a uno che aveva appena finito di digiunare, bella rossa e succulenta.
    Mi piaceva, quella sensazione mi piaceva da impazzire.
    Era inutile, anche stavolta non avrei lasciato al mio amico campo libero, Will, sempre che questo fosse davvero il suo nome, era troppo allettante.
    Che sorriso magnifico. Si ok, lo avevo rifatto avevo posato ancora una volta il mio sguardo sul suo dannatissimo bel viso, ma cosa potevo farci? Era più forte di me.

    - no, fai pure.
    Che bugiardo, Taejun si faceva di tutto, ma non sopportava l'odore del tabacco e tanto meno quello del fumo che si produceva bruciandolo. Mi chiedevo quanto avrebbe potuto resistere, probabilmente tra poco si sarebbe alzato con una scusa e se ne sarebbe andato.
    Mi sistemai in modo da essere più comodo ed inizia a rivolgere un po' più di attenzione a l'uomo che avevo vicino.
    - volentieri grazie dissi prendendo la sigaretta che mi era stata offerta, marlboro rosse, non le avevo mai fumate prima, o almeno non ricordavo di averlo mai fatto.
    Mi frugai in tasca e prendendo il mio Zippo nero l'accesi inspirando profondamente e lasciando uscire il fumo da una piccola fessura che si era andata a creare tra le mie labbra e dal naso. Dopo mi avvicinai a Will e, per ricambiare la sua gentilezza, gli chiesi se potevo accendere la sua.
    - posso?

    Posai il mio sguardo attento sulle sue braccia, così virili rispetto alle mie, mi immaginavo quanto sarebbe stato piacevole essere strinto da quelle braccia, magari mentre venivo baciato dalle sue labbra, o accarezzato dalle sue mani.
    Possibile che fantasticassi sempre così tanto?
    Sorrisi all'idea e prendendo la mia vodka liscia buttai giù un primo sorso, per poi avvicinarmi un po', per quanto era possibile a Will.

    Taejun notó il mio gesto e decise che era giunto il momento di farsi da parte, buttò giù in un sorso il suo drink e si alzò dal suo posto notando uno dei suoi clienti abituali.
    - Eyh Min! richiamò la sua attenzione - Scusate ma adesso devo proprio lasciarvi, è stato un piacere Will, spero di rivederti presto, e tu Hyukmin ricordati che me ne devi due adesso, buona serata~! disse con un tono provocatorio lanciandomi un occhiolino e dirigendosi verso il suo Min.
    - me ne ricorderò risposi inspirando nuovamente.
    Adesso ero curioso di scoprire qualcosa di più sul mio compagno di serata, anche per capire se avrei realmente potuto passarci la serata assieme o meno.
    - insomma Will, tu da cosa ti rifugi? chiesi rivolgendogli il mio sguardo. Era la prima volta che veniva qui e tutti quelli che venivano qui, la prima volta venivano con l'intenzione di scappare, nascondersi o rifugiarsi da qualcuno o da qualcosa.
    Anche per me era stato così la prima volta
     
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